C'era una volta...
Pur condividendo la stessa etimologia, FIABA e FAVOLA non sono veri sinonimi, anche se spesso li confondiamo. In realtà sono due generi narrativi ben diversi, per lo più diretto alla sfera dei piccoli.
La fiaba deriva dal latino “fabula”, che potremmo tradurre in "narrazione", racconta semplici storie di origine popolare, con un linguaggio "basico" e tramandate oralmente da generazioni.
Mediante interpreti "fantastici" con sembianze umane (principi e principesse, nani, orchi, fate, streghe, gnomi, draghi, giganti, maghi, spiriti benefici e malefici). Solitamente tramite magie e prodigi vari, sostengono situazioni molto difficili e complesse risolvendo poi qualsiasi problema.
Una caratteristica è l'assenza di tempo e luoghi o periodi storici di riferimento.
La morale delle fiabe non è
netta ed esplicita. Invece vengono sottolineatele nette differenze come; il bene e il male, bello e brutto, buoni e i cattivi. Il più delle volte sono racconti mediamente brevi, perché essendo indirizzati in particolare ai bambini, si fa in modo da non annoiarli.
netta ed esplicita. Invece vengono sottolineatele nette differenze come; il bene e il male, bello e brutto, buoni e i cattivi. Il più delle volte sono racconti mediamente brevi, perché essendo indirizzati in particolare ai bambini, si fa in modo da non annoiarli.
Generalmente hanno un lieto fine, per lasciare un messaggio positivo ai piccini, tranne nel caso di fiabe letterarie nelle quali la conclusione può essere anche drammatica.
I fratelli Grimm, sono tra gli autori più noti, hanno raccolto e rielaborato le fiabe popolari della tradizione tedesca come "Hänsel e Gretel", "Cenerentola", "Il principe ranocchio", "Cappuccetto Rosso" e "Biancaneve". Anche lo scrittore Hans Christian Andersen, che scrisse "La principessa sul pisello", "La sirenetta", "Il soldatino di stagno", "Il brutto anatroccolo" e "La piccola fiammiferaia".
La favola è un genere più "fantasioso" sotto un certo punto di vista.
Usufruendo di un lessico più attento, i protagonisti, che possono essere personaggi inanimati (come ad esempio un oggetto come una scatola, oppure un elemento della natura come il vento). E’ consueto trovare animali antropomorfi (ovvero bestioline che possiedono caratteristiche proprie dell'essere umano, come parlare, muoversi o ragionare).
Usufruendo di un lessico più attento, i protagonisti, che possono essere personaggi inanimati (come ad esempio un oggetto come una scatola, oppure un elemento della natura come il vento). E’ consueto trovare animali antropomorfi (ovvero bestioline che possiedono caratteristiche proprie dell'essere umano, come parlare, muoversi o ragionare).
Ambientato attraverso uno scenario talvolta surreale se pur in contesti più realistici e quotidiani.
La vera differenza caratterizzante la ritroviamo nella morale, che in questo caso è un insegnamento comportamentale o etico preciso, con un risvolto più “sociale”, comunemente evidenziato nel finale della favola.
Esopo, vissuto nell'antica Grecia, è stato uno scrittore di famose favole come "La volpe e l'uva", "La cicala e la formica", "Al lupo! Al lupo!" e "La gallina dalle uova d'oro".
C’è una piccola considerazione da fare, probabilmente oggi tendiamo ad unire i due termini in un unico significato anche grazie al cinema e l’editoria, che sicuramente hanno contribuito a far conoscere e diffondere alcune fiabe e favole.
…E vissero felici e contenti?
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